La salute: lusso per pochi

Facebooktwitterlinkedin

Come testimonia il rapporto Censis-Rbm sulla sanità pubblica, la spesa sanitaria privata degli italiani, sale a 35,2 miliardi, ma contemporaneamente si espande l’area della ‘sanità negata’ con 12,2 milioni di persone che nel 2016 hanno rinunciato o rinviato di curarsi (1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente, pari a un incremento del 10,9%). Il documento fotografa una situazione in cui i Sistemi Sanitari regionali sono sempre più in difficoltà, ma soprattutto divaricati, con le opportunità di cura per i cittadini sempre più differenziate non solo in base al reddito, ma anche alla regione di appartenenza.

Il Rapporto mette in evidenza come sia in atto un vero boom della spesa sanitaria privata, fenomeno che amplifica le disuguaglianze tra le persone, e che ormai coinvolge milioni di italiani. Nel periodo 2013-2016 la spesa è aumentata del 4,2% in termini reali, a fronte di un aumento della spesa per consumi da parte delle famiglie del 3,4%. Del resto, sono ormai 13 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno sperimentato difficoltà economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte a spese sanitarie pagando di tasca propria. Il rapporto segnala che ormai più di un italiano su quattro, non sa come far fronte alle spese necessarie per curarsi. La cosa peggiore è che questo sembrerebbe solo l’inizio di un trend, tanto che i ricercatori si spingono a ipotizzare che la spesa pro-capite, che nel 2016 si è attestata al 580€, subirà un’ulteriore espansione, giungendo alla cifra ragguardevole di 1.000€ nel 2026

Difronte ad un fenomeno di tale entità, oltre al rammarico per i cittadini meno fortunati che non possono accedere alle cure, è necessario avviare una riflessione anche all’interno della categorie dei farmacisti, non solo perché il rapporto mette nero su bianco quelle che fino ad ieri erano solo sensazioni in merito alla “ritirata” in atto dell’SSN, ma soprattutto perché la strategia di spostare il fatturato verso i prodotti di libera vendita ad alto prezzo, che ha generato eccellenti risultati fino ad oggi, potrebbe non funzionare più in futuro! Per questo, è necessario pensare ad una farmacia più efficiente e più snella, magari anche un pizzico frugale, capace di prosperare anche in uno scenario come quello ipotizzato nel rapporto Censis-Rbm.

La politica ampiamente adottata dall’industria farmaceutica di aumentare i prezzi a fronte della riduzione dei volumi venduti, di cui ha goduto ampiamente la farmacia negli ultimi anni, potrebbe avere i giorni contati. Meglio pertanto preparare un piano B se l’attuale modello dovesse venire meno!

Buon lavoro a tutti.

Comments

  • Mario Perrone
    Rispondi

    con un quadro di questo genere è quasi un bene che l’SSN è diminuito in questi anni!

    • Giulio Cesare Pacenti

      Buona sera Dottor Perrone, in effetti l’ambito in cui si trova ad operare la farmacia è cambiato radicalmente negli ultimi 10 anni, molti colleghi fanno finta di niente….ma forse è giunto il momento di prendere coscienza di questo cambio di paradigma. Buon lavoro.
      GCP