Una storia che può far riflettere
Nel messaggio di questa settimana non parleremo di farmacie e delle relative problematiche, ma piuttosto di una storia, se pur molto distante, geograficamente e temporalmente, che può fornire degli spunti di riflessione!
A questo proposito, vorrei raccontarvi la storia della colonia dei norvegesi in Groenlandia nel tardo medio evo. Confesso che prima di imbattermi nel volume “Collasso” di Jared Diamond, non conoscevo la storia in questione, ma leggendo il libro che documenta come alcune popolazioni del passato non siano state capaci di adattarsi ai diversi cambiamenti avvenuti nei loro ambienti, trovo la storia dell’insediamento vichingo in Groenlandia molto interessante ed istruttiva, su cui vale la pena di fare qualche riflessione! Sicuramente la Groenlandia non è una terra particolarmente ospitale, anche se il suo nome vuol dire terra verde, ma al netto delle problematiche del posto, la cosa veramente interessante è costatare come nello stesso luogo, divenuto inospitale per i norvegesi, gli Inuit, giunti dopo i Vichinghi, siano riusciti a prosperare ed ad espandersi. I norvegesi arrivati in Groenlandia prima dell’anno mille, erano a tutti gli effetti europei nei costumi, nella fede, nella organizzazione sociale. Le comunità vichinghe erano caratterizzate da una accentuata stratificazione sociale, tipica di una struttura feudale, ma soprattutto in quelle comunità, sicuramente rozze e violente per i nostri parametri, vigeva un forte spirito conservatore, le cose venivano sempre fatte allo stesso modo e le innovazioni erano assolutamente bandite.
Anno dopo anno i norvegesi rimanevano fedeli alle loro regole, ed ai loro tabu, come ad esempio quello di non cibarsi di carne di pesce per il pericolo che il cibo fosse avariato. Pertanto se il clima era buono riuscivano a stare benino, mangiando la carne delle loro pecore, ma se l’estate era più fredda del solito e l’inverno più rigido, lo spettro della morte per fame aleggiava nello loro fattorie.
La cosa veramente interessante, è che nello stesso periodo in cui i vichinghi morivano di fame a causa del cambiamento climatico, con il 1300, il clima in Groenlandia si fece più rigido riducendo così la possibilità di allevare il bestiame per gli europei, gli Inut, giunti dal Canada prosperarono! Gli Inut, a differenza dei norvegesi, si cibavano di pesce, cacciavano le balene e mangiavano le foche, tutte cose di cui c’era grande abbondanza nella zona. Le condizioni erano così “favorevoli” che la comunità dei nuovi arrivati si sviluppò sensibilmente. Dal momento che gli Inuit non possedevano delle tecnologie particolarmente sofisticate difficili da copiare, perché i norvegesi non seguirono il modo operare dei vicini e preferirono morire di fame?
La risposta al quesito fornita dal Professor J. Diamond, è che i norvegesi erano così impauriti dal cambiamento che non provarono a battere nessuna nuova strada, ne tantomeno quella di copiare dei “selvaggi pagani” come consideravano i loro vicini!
Morale: a parità di ambiente ci sono persone che prosperano ed altre che periscono semplicemente perché le prime riescono a mettersi in sintonia con il contesto. Del resto, la capacità di adattarsi, e quindi di innovare, rappresenta una vera assicurazione per la vita. Imitare atteggiamenti vincenti è assolutamente consigliabile!
Buona Riflessione.
Per chi è interessato a leggere tutta la storia il volume si
intitola: Collasso come le società scelgono di morire o vivere di Jared Diamond Einaudi editore
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