Un ladro di nome magazzino!
Il magazzino può essere visto come il prerequisito per svolgere la distribuzione del farmaco al dettaglio ma, in considerazione del suo costo, che grava sul risultato economico della farmacia, è dovere del buon gestore controllarlo e limitarlo al massimo in quanto, la gran parte delle referenze (circa il 40% ed oltre) in giacenza sono poco movimentate e contribuiscono in maniera veramente marginale allo sviluppo della ricchezza . Il modo migliore per capire questo importante concetto è quello di realizzare la curva di concentrazione delle vendite della propria farmacia.
La realizzazione di questo grafico permetterà al titolare di verificare come le varie referenze contribuiscano % alla realizzazione del fatturato dell’impresa. Come sicuramente scoprirete, un numero relativamente modesto di prodotti è responsabile di una fetta consistente del fatturato (referenze A), mentre un grosso numero di prodotti , a causa della lenta rotazione, contribuisce in maniera marginale alla composizione del fatturato della farmacia (referenze C). Se la situazione sta veramente in questi termini, perché allora non riduciamo il magazzino del 40%?
Prima di avviare qualsiasi iniziativa, quando si parla di tematiche gestionali, è sempre bene armarsi di numeri ed agire solo dopo aver compreso bene le dinamiche dei fenomeni ed aver condotto un’ attenta e ponderata riflessione. Parlando di magazzino, è bene iniziare da dati certi, il consiglio è quello di iniziare la verifica con un attento e puntuale inventario, il quale, a fronte di un piccolo lavoro, ci fornirà una fotografia vera e imparziale sull’effettivo valore della merce giacente in farmacia. L’inventario ci mostrerà in maniera precisa lo stock presente nel Pdv e la sua ripartizione tra le diverse categorie merceologiche, ossia la composizione % effettiva del valore della merce suddivisa tra le diverse categorie.
La prima considerazione, anche se molto grossolana, che si può formulare con in mano i dati dello stock, riguarda il confronto tra la composizione % delle diverse famiglie di prodotti che compongono il magazzino e il peso % delle stesse nel fatturato dell’anno ( se non siamo a inizio anno il confronto deve essere fatto con un anno mobile: mese corrente + gli undici precedenti), in modo da cogliere se esistono delle vistose discrepanze nei rapporti tra vendite e giacenze. A questo proposito è bene far notare come” l’etico” rappresenti un caso a sé stante, in quanto in genere presenta alti indici di rotazione per cui generalmente il suo peso all’interno dello stock è minore rispetto a quello che esercita sulle vendite.
L’incrocio dei valori di vendita con quelli dello stock ( a livello di singola referenza) permette di comprendere quanto il prodotto “abbia girato”, ossia ci fornisce l’indice di rotazione (IR = vendite totali anno/ stock ). Tanto più alto è tale valore, maggiore sarà stata l’efficienza con cui sono stati amministrati lo stock e le vendite di quella referenza. A questo fine, come mostra la tabella successiva, la gestione degli acquisti e delle giacenze dei prodotti etici e del parafarmaco seguono logiche differenti, con modalità di approvvigionamento e pianificazione antitetiche. Pertanto il buon gestore degli acquisti e del magazzino dovrà porre particolare attenzione ai due fenomeni e seguire strategie distinte, che tendono a massimizzare il prezzo d’acquisto con pochi ordini mirati se si tratta di prodotti di libera vendita, o tanti micro acquisti per garantire un livello minimo di stock, se si tratta di farmaci etici.
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