2018: le catene sono arrivate!

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Il 2018 potrebbe passare alla storia come l’anno in cui il fenomeno delle catene su cui si è tanto discusso e parlato è arrivato veramente, basta girare per Milano o piuttosto Roma per vedere le nuove insegne. Difronte a questo cambio (quasi epocale) dell’entrata di grandi operatori finanziari, la singola realtà per reggere il confronto e cercare di presidiare il proprio mercato, non può che perseguire la via dell’aggregazione.

Del resto, ultimamente non sono cambiate solo le norme sulla regolamentazione della proprietà della farmacia (vedi legge del 3 agosto 2017 sull’entrata del capitale) , ma anche i margini generati dalla dispensazione del farmaco etico  che ancora oggi rimane il core business della farmacia media. Del resto, nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un sensibile cambio del mix delle entrate in favore dei prodotti di libera vendita, in poche parole la ricetta non è più remunerativa come in passato, il suo valore medio si è ridotto del 40% in dieci anni ( vedi ascesa dei generici).

Sono infatti le minori entrate che stanno spingendo le farmacie, piccoli negozi di vicinato tradizionali,  a trasformarsi ed associarsi tra loro, anche se il fenomeno è ancora solo agli inizi, e molti titolari continuano a perseguire la strategia dello struzzo che non vuole vedere i problemi che lo circondano. Dal momento che “le casse vuote fanno il cambiamento” come diceva un noto banchiere milanese, dopo decenni di immobilismo è giunto il momento di muoversi, magari aggregandosi come hanno fatto oltre trenta anni fa i proprietari dei piccoli negozi alimentari, che così facendo sono riusciti a fronteggiare la competizione di colossi del calibro di Coop o Esselunga!

L’aggregazione tra più farmacie per conseguire un’adeguata massa critica, che permetta di acquistare meglio, erogare servizi innovativi, formare adeguatamente il personale…. rappresenta pertanto un passaggio assolutamente non rinviabile difronte all’entrata in campo di colossi come Boots! E’ bene ricordare, che qualsiasi formula di aggregazione che la singola farmacia deciderà di adottare, dovrà essere perseguita con determinazione,  sia per quanto riguarda il tema degli acquisti che per le problematiche di vendita, o piuttosto per le strategie di presidio del territorio, perché il tempo per le mezze scelte è terminato. Che piaccia o meno, siamo difronte ad un momento di svolta del mercato, un vero e proprio giro di boa, dove il vento non sarà più in poppa come in passato ma di bolina. Per garantire un futuro alla propria attività (special modo se collocata in una grande area urbana), è consigliabile rinunciare ad un pizzico di autonomia ed aderire ad un progetto di aggregazione di ampia portata, altrimenti è meglio valutare l’idea di cedere l’attività, perché la competizione nei prossimi mesi non potrà che aumentare!

Buona riflessione a tutti.

GCP

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