Dove vuoi essere tra 5 anni?

“Dove vuole essere tra cinque anni?”
Senza dubbio è una delle più classiche domande che i selezionatori del personale fanno ai candidati durante il colloquio per sondare le loro aspirazioni di carriera, ma soprattutto per capire come vedono il futuro e come pensano di giocare le proprie carte. Senza addentrarci in letture psicologiche della domanda, ma restando nel banale mondo degli affari, il futuro è sicuramente imperscrutabile, più ci spostiamo in avanti e maggiormente le previsioni sono fallaci, ma anche frutto delle azioni che giorno dopo giorno portiamo avanti! Dove saremo tra alcuni anni, al netto di eventi eccezionali ed imprevedibili come terremoti ed alluvioni, sarà il risultato delle scelte che stiamo facendo, o che piuttosto non stiamo attuando oggi!
Se il business della nostra farmacia sarà ancora florido tra un lustro, dipenderà si dalle scelte politiche che i governati futuri faranno in tal senso (il lavoro della farmacia è fortemente regolato e risente della decisioni politiche, vedi ad esempio l’approvazione della legge sul capitale del 2017, o piuttosto il passaggio di certi farmaci alla distribuzione diretta…), ma anche del nostro impegno e della volontà di affrontare le nuove sfide che si presentano lungo il cammino. Non c’è dubbio che il settore stia attraversando un periodo di ripensamento, gli anni spumeggianti dei facili guadagni sono passati da tempo, ed oggi rimanere sul mercato richiede maggiore impegno e concentrazione, ma soprattutto voglia di innovare, o anche solo rinnovare, uscendo dal torpore che avvolge la gran parte delle oltre 19.000 farmacie.
I prossimi anni vedranno una farmacia sempre più in equilibrio tra pubblico e privato, dove i due mondi si dovranno integrare e creare valore in maniera sinergica, ma anche con tutta probabilità la crescita di nuovi servizi alla persona. Come mostra l’esperienza della catena CVS Pharmacy in americana, l’erogazione di servizi aggiuntivi, oltre alla classica dispensazione del farmaco, avvicina la popolazione e restituisce un ruolo centrale all’istituzione farmacia. Anche in un mercato competitivo come quello americano la messa a disposizione di servizi alla cittadinanza rinforza il legame tra la farmacia e le persone e migliora la competitività della stessa .
Del resto alcune prestazioni, pensiamo all’auto analisi del sangue, o piuttosto il servizio di infermiere o fisioterapista in farmacia, se ben promossi ed illustrati, rappresentano elementi capaci di attirare la cittadinanza in farmacia, ma soprattutto non possono essere erogati a distanza e rappresentano un eccellente strumento di difesa contro l’avanzata del commercio elettronico che prima o poi si affaccerà anche in Italia.
In poche parole, se vogliamo continuare a rimanere sul mercato in maniera attiva e remunerativa, è assolutamente necessario accettare la sfida del cambiamento e far evolvere la farmacia in un centro servizi capace di rispondere alle mutate esigenze della popolazione, sempre più vecchia e bisognosa di servizi e prestazione innovative. Ma per attuare questa importante rivoluzione è assolutamente fondamentale acquisire nuove competenze nella gestione del business, ma anche capacità progettuali per realizzare in maniera efficiente le nuove prestazioni così importanti per affermarsi.
Quindi dove saremo tra 5 anni dipenderà moltissimo dalle scelte che realizzeremo nei prossimi mesi, una molto saggia è quella di investire nell’innalzamento delle competenze della propria squadra di collaboratori, perché una farmacia si connota prima di tutto per il suo personale!
Buona riflessione a tutti.
GCP
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