La professione vista con l’occhio del farmacista libero professionista

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Bisogna avere passione per ciò che si fa, quindi se l’argomento “salute umana” vi interessa poco fareste meglio a cambiare lavoro. Tuttavia, non puo’ essere solo la passione per la medicina e la farmacologia a guidare le scelte di carriera di un individuo, e l’aspetto economico non va mai trascurato: il mutuo sulla casa non si paga con i buoni consigli, e le lodi dell’anziana signora a cui avete risolto il problema di emorroidi non vi aiuteranno a chiudere il finanziamento sull’automobile. I farmacisti, ed in particolare i farmacisti collaboratori, sono probabilmente fra i professionisti con la maggiore disparità tra soddisfazioni professionali– che sono molte, se amano ciò che fanno- e soddisfazioni economiche- che sono poche, se si segue il percorso canonico.

Il primo passo per riequilibrare la bilancia tra la soddisfazione professionale e quella  economica è quello di ottenere la miglior formazione possibile: non basta diventare dei farmacisti bravi, bisogna diventare più bravi, e questo lo si puo’ fare solo imparando dalle farmacie migliori e studiando in continuazione. Una volta acquisito un buon bagaglio di esperienza, bisogna cercare un posto che sappia riconoscere le capacità del singolo e di conseguenza retribuirle. Proprio per questo, non bisogna mai avere paura di parlare di soldi. Non solo dei soldi che voi, come professionisti, volete guadagnare, ma anche dei soldi che sapete produrre, e far guadagnare, all’azienda per cui lavorate. Facciamo un esempio numerico: se volete guadagnare il 50% in più della minima sindacale, significa che in un giorno dovete saper produrre almeno il 50% in più rispetto a un farmacista con poca esperienza o con poche capacità. Se, tramite una formazione adeguata, avrete acquisito queste abilità, troverete sicuramente un titolare accorto che saprà riconoscervela, anche economicamente.

Paolo Cabas

Fondatore del blog Farmacisti al lavoro

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