Riflessioni su Cosmofarma 2018

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Il Cosmofarma 2018 è stato senza dubbio una fiera bella e ben riuscita, piena di spunti, convegni, espositori qualificati, con una grande affluenza di pubblico da tutta Italia. Nonostante tutto ciò, credo che probabilmente l’edizione 2018 passerà alla storia perché rappresenta “la prima fiera della nuova era”. Del resto dal famoso 3 agosto 2017, giorno in cui è stata approvata la legge sull’entrata del capitale, sono passati  8 mesi e  Cosmofarma, sempre attenta a tutte le novità, non ha perso l’occasione di sottolineare il fenomeno , non solo con interessanti convegni dedicati al tema delle aggregazioni , ma con un vero e proprio padiglione interamente riservato alle catene di farmacie.

Personalmente credo che il padiglione 32, sia stato la vera novità della manifestazione bolognese! All’interno dell’area dedicata alle aggregazioni, il visitatore poteva vedere e valutare le proposte di colossi del calibro di Alphega, ma anche di cooperative pluriregionali  che presentavano il proprio modello di aggregazione, o piuttosto realtà di emanazione di distributori intermedi come la catena  Farmà di Farvima.   Ma al netto dei diversi format presentati, tutti interessanti a modo loro, la cosa che colpiva l’occhio era l’assenza dei farmacisti! Già, il pubblico all’interno del padiglione 32 era modesto, al netto di qualche farmacista che si era “casualmente perso” in quello spazio, la gran parte delle persone presenti erano consulenti o operatori dell’industria venuti a vedere il nuovo fenomeno, o piuttosto a salutare vecchi amici. La sensazione che ho provato passando diverse ore in quell’area della fiera, è che la categoria ancora non è conscia del fenomeno in atto, e che per ora non è interessata al tema delle aggregazioni e che preferisce riversarsi nei padiglioni classici per vedere l’ennesima crema di bellezza, o piuttosto bere l’integrato dei campioni del Giro d’Italia. Certamente il fenomeno delle catene non si manifesterà con la celerità che alcuni, tra cui anche il sottoscritto, avevano previsto all’indomani dell’approvazione della legge, ma dalle diverse testimonianze raccolte nel corso dei tre giorni il fermento è grande! Non solo per l’attività degli operatori classici, come gli attori della distribuzione intermedia, ma anche per l’iniziativa di alcuni  titolari intraprendenti. Mi è infatti capitato di raccogliere la testimonianza di alcuni farmacisti che si sono lanciati in nel business delle aggregazioni, dando vita a “catenelle” da 5-7 farmacie, da rivendere successivamente ad operatori più grandi e strutturati. Le mini catene, non solo non creano allarmismo tra i titolari, che sono più disposti a cedere la propria attività ad un collega, ma soprattutto non fanno lievitare i prezzi d’acquisto. Del resto il nuovo fenomeno assomiglia più ad un bradisismo piuttosto che ad un vero terremoto, che complice la sua irruenza e facilità di identificazione, genererebbe un immediato aumento dei  valori d’acquisto, il lento spostamento, almeno nella prima fase, non fa crescere i prezzi e non scalda gli animi! In una battuta si potrebbe dire che Cosmofarma 2018 ci ha mostrato un’immagine del futuro prossimo, almeno di una parte del settore, ma che la categoria dei farmacisti preferisce cullarsi nel passato e disinteressarsi del futuro!

Buona riflessione.

GCP

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